domenica 23 dicembre 2007

fiore

per Te

ti ho aspettato stanotte
volevo dei fiori da te
fiori veri che buttiamo per il letto quando facciamo l’amore
alla luce delle candele,
nella semi-oscurita’
o nello specchio liscio e severo del vetro della finestra
Dipingiamo le lenzuola con i petali
con le labbra con il sudore e con il piacere
e lo facciamo vedere a tutti con orgoglio,

perché non posso piu’ reggerlo da sola e nascondermelo dentro

domenica 16 dicembre 2007

guardami

Credo che i sassi nascano dal niente
L’uomo disegna nella sua fortezza
Io lo penso e non so che cosa lui stia pensando

Sai, voglio essere con te
Se stai seduto o se stai steso sulla pancia
Voglio essere nella tua testa ad ogni costo
O nello spazio che c’é tra i tuoi occhi e il foglio

Sono abbietta e faccio tutto per farmi rivedere
Perché tu li’ mi stai disegnando – guarda, alzo lentamente la
mia gonna per te – sotto non c’é nulla
Non mi importa se mi detesti o se ti piace
Voglio essere lí nella prossima mossa della tua mano.

per me

ho chiuso la porta
ora é come se avessi tempo per mettere in ordine l’appartamento e la mia vita
o uscire nel niente per far vedere
che ci sono anche io e chi sono
vorrei prendere il thé con te
silenzio
l’acqua nel termosifone, movimenti sulle scale
e la farfalla che si fa male contro il vetro della finestra
voglio sentirmi respirare
voglio sentirmi digerire
voglio sentire come diventano tesi e rilassati miei muscoli
non ho fatto l’amore
non hai fatto l’amore
il silenzio mi circonda
corrego lo smalto sulle unghie e dormo

Lacrime del sole

Dai rami cadevano gocce di miele sulle mie spalle e sui miei capelli
E il vento soffiava molto mentre brillava il sole
Lacrime di sole
Il freddo si é nascosto sotto il mio cappotto, sotto la mia gonna -
shhhhhh
avevo la pelle d’oca e ho tolto lentamente le calzette rosse e le calze nere
poi mi sono osservata : gonna, reggiseno rosso e pelle bianca
rosso e nero, e candidezza d’oca
la gonna mette un’ombra sul mio braccio
dalle pieghe mi guardano la mia testardaggine
la mia vanità, la mia lussuria e cosí via
ogni mio difetto

voglio solo un bacio da te – sono piccola e ho freddo
abbracciami, proteggimi
tocco le tue labbre con le mie
mai mi dó completamente a te
ma voglio appoggiare la mia testa sulle tue spalle e chiudere gli occhi
e allora con il battere del tuo cuore ricadere in un buio caldo
in un abbraccio sicuro
ti stringo, ti bacio, ti stringo

mercoledì 5 dicembre 2007

haiku (inverno)

il vento cade
bacca rossa in neve
dolce al miele

pappagallo

i miei segreti sono tra le pareti della cella
e nessuno li conosce
se passo sotto i lampioni nella nebbia
quasi vedo le ombre dei cadaveri appesi
perché hanno impiccato un disgraziato a ogni ferro tempo fa
non ho brividi, vado a casa a occhi chiusi
solo la nebbia e lo spazio verso l’alto, verso il niente, mi stordiscono un po’
non guardare in alto
ho le vertigini perché le stelle sono cosí lontane...
forse non esistono affatto dietro alla nebbia
le colonne di ferro sono le sbarre della mia gabbia e io giro ogni tanto per i miei confini
e’ perfetto fino a che c’è musica per ballare...

dell'aria

oggi e’ primavera nella cittá in cui sono nata
i ragazzi passeggiano in maglietta
- me lo hanno raccontato, ma io non ricordo come é lí
il viadotto e lo zoo,
credo ci siano dei leoni e degli adolescenti matti
e il campanile della chiesa
qui invece tira molto il vento
a volte mi solleva anche, in alto
l’aria diventa meno forte e mi abbraccia
non ci sono monti, se voglio vedo il mare

sai..., se chiudo gli occhi
sei presente davanti a me, quasi tangibile
apro le ginocchia
il mio grembo si tende contro il buio
e pulsa

sabato 1 dicembre 2007

pianoforte

Un’ immagine ravvicinata... da lontano
Un portone marrone e delle porte di vetro con maniglie d’oro
Sono ancora una bambina
Salgo per le scale di marmo
Muri bianchi vuoti, da lontano il suono di un violino
Dovrei aspettare ancora ...
ma entro in una stanza con un enorme pianoforte,
luce nera in una stanza bianca.
In silenzio osservo come la nera superficie lucida
rispecchia il mio viso
sono un po’ sfuocata
passo da un piede all’altro e so che...
”... il maestro si arrabbia se mi becca...”
Accarezzo i tasti e richiudo,
una tenda balla sopra il calorifero al ritmo del silenzio

Vivo davvero per le apparenze
non mi interessano i suoni, solo il riflettersi.
Con gli occhi di bimba guardo le sottili linee di confine tra gli esistenti,
di cui non so se siano il niente, o l’ essere
un’ondeggiante velo di tenda a lato del pianoforte

venerdì 23 novembre 2007

da colorare

ho lavato nella lavatrice la tua lettera nella tasca dei miei pantaloni
e con questo ti ho dimenticato ...
ma dove sono finite le mie? – mani non gradite
immagino il cielo azzuro e come sarebbe
fare la paracadutista e buttarmi nel nulla e gravitare
lasciare tutto, non voler pensare
voglio solo il cielo, la neve e il sole
voglio la mia slitta
e voglio che i ragazzi mi bagnino nella neve
voglio arrivare sulla terra molle
come nel passato
quando non ho raccolto i bucaneve nel vaso - uno per tutti i morti

ma perché la slitta, se vivo nella pianura e perché la stupiditá infantile?
guardami sto qui nuda... vestimi, creami ,
disegna l’abbigliamento sul mio corpo
colora le mie unghie e tingi le mie labbra...
come le vuoi
quando ti bacio

stanca

aspiro le frasi ingoiate come succhio la nebbia attorno alla mia testa
scappo a piccoli passi da cio’ che hai sognato per me
noi due sistemi solari giriamo nella casa
occupando lo spazio ottimamente
sei straniero
mi hai infastidito
ho odiato tua presenza
perché ci si puó nascondere cosí profondamente dentro di sé,
per poi non vedere piu’ nulla ?

mi incanta la raffinatezza e l’umiltá riguardo alla distanza
movimenti ripensati ed eleganti e lo scivolare
la funzionalitá delle mosse minute di corpi sconosciuti
come se l’universo si ricreasse in ogni istante.
la luce si rispecchia sulla superficie
mi sento pesante e lascio che l’immagine di una scapola si bruci nella mia retina
alla fine stavamo sedute nella caffetteria
lei prendeva lentamente lo zucchero e nel frattempo ammirava la propria mano
sorrido dentro di me di nascosto

mercoledì 14 novembre 2007

trasparente

mi purifico e divento piano piano pallida
sono bianca e vuota
come una sposa
ho lavato il mio cervello, i miei pori, le mie vene
e vedo tutto cosi’ bene ora
a te basta invece una mia immagine, una mia foto
la ripenso nella tua mente
mentre osservo
come la mia amica cerca di copiare anche i miei piu piccoli gesti...
ma lei é bella e io sono solo semplicemente qui
sto davanti a te viso contro viso
vedi ho decolorato i capelli
ora puoi leggere nella mia mente

sono un passaggio veloce per la strada nella penombra dei lampioni

martedì 13 novembre 2007

Caleidoscopo

aveva chiuso i suoi sogni in vasi per la marmellata e ogni tanto ne annusava uno
per drogarsi
io - il sogno – sto seduta sotto la copertina di plastica
brucio il suo stomaco
le strisce rosa non vanno con le nuvole grigie nemmeno al tramonto
dimentichiamo finalmente quel bocchino amaro di nicotina

ieri ero di nuovo una bimba
e mio padre ha ammiccato dal bordo della piscina mentre io nuotavo e nuotavo nella quarta corsia
le forme si disfano e si ricompongono diverse nel caleidoscopo

giovedì 8 novembre 2007

per E.

gli angeli dormono sotto gocce di pietra
il vento ha soffiato e ha fatto volare via i fogli
con le parole sussurate
le vecchie raccolgono le noci e le castagne in questo periodo
se parlo molto di me divento triste
e tu mi dici che non mi capisco proprio
perché gli altri hanno assaggiato i fiori e io invece li ho studiati
da bambina
ti meravigli che non capisco nulla?
magari non ci fossero quelle piccole tombe
tombe lacrime tombe non piango
io – bara calda di carne
dei ricordi chiusi e buttati via che magari non ci fossero non ci fossero

venerdì 2 novembre 2007

in cantina

hanno cambiato la porte d’entrata nella casa in cui ho vissuto da bambina
anche le finestre
la steccionata che avevo tinto io c'e' ancora
il mio castagno é cresciuto, e’ diventato grande
altro non c’é
guardare dietro di sé o anche per il fogliame secco

il cucciolo ha freddo sullo zerbino, ha masticato tutto
abbiamo corso su e giu’ per le scale per giorni, perché ci sono tre piani e la soffitta
ma lei ha sprangato la porta
e in cantina ci sono i mozziconi e la roba da stirare
la macchina rotola sul tappetto
mia madre ha esiliato le sue passioni sotto, in cantina
io invece nel grigiume,
nel niente irraggiungibile
la passione salvata nelle frasi lascia messaggi attraverso il nervo del testo nel triangolo delle Bermude - mano occhi foglio


perché é cosí facile scrivere e lamentarsi di quello che non c’é
e poi guardare su nel cielo... perché vuoi vedere qualcuno lí – ma dai!
le risposte sono nello specchio.
in quello che rispecchia l’intera figura

giovedì 25 ottobre 2007

della Luna

All’interno del bicchiere di vino si rispecchia la luna
E io non so se cresce o diminuisce
Perché si rispecchia molte volte all’interno della sfera di vetro
Perché é come una donna
In teoria sono anche io una donna che a volte cresce, a volte diminuisce
Il buio morde una fetta di me
Diminuisco con goccie rosse

Nel resto dello spazio scrivo a mano i miei miti,
non conta se il mondo cade a pezzi
non mi interessano le strutture
una vecchietta insegna ai corvi a cantare
un grillo spacca un filo d'erba con il polpaccio
falegname
il ragazzo drogato e l’uomo con le rughe sulla fronte si invidiano reciprocamente
i nostri destini sono simili, come a sorelle di luna
e tu cammini orgogliosamente in quella maglietta, guardi a sinistra
con i capelli legati e con la tua borsa sotto al braccio in cui porti la tua vita
mi vedo nel nero dei tuoi occhi.
Con l’indice uccido una zanzara – per proteggere il sogno di quelli che dormono
ridiamo
io sono in te e le tue risposte in me, non necessitano spiegazioni

mercoledì 17 ottobre 2007

Le tue linee e le mie direzioni

il tempo si estende sulla cittá come gelatina
una sua parte trema al sole,
ma che senso ha la tensione superficiale se lo guardo dall’esterno
e dentro gli orologi fanno tic-tac – tutto funziona

andare a fare la spesa e’ come cadere giu’ in un sistema di riferimento
giu’ dall’infinito valore y per un’iperbole
su x = 1 mi faccio male,
comunque non conta
magari non avessi mangiato e non ci fosse quel sapore di metallo

semplifico le linee e le forme
per cui i brividi corrono lungo una linea diretta lungo il mio corpo
cerco di abbandonarmi,
diventare pesante

in libreria ho tra le mani la raccolta delle poesie del Professore
dovrei stimarlo perché ha letto, scritto e adora il vino,
ma detesto le sue interpretazioni e trovo ridicole le sue poesie
poeta laureato il suo indice é sull’arteria dell’epoca e soffia l’altro indice
perché il bicchiere plastica del caffé automatico brucia
brucia, Professore! stia attento, scotta
Achtung Achtung!
poi studia il libretto rigorosamente – Eh.. signorina
lei sa fare meglio, eviti questa compania plebea che ha frequentato le mie lezioni
- Frau und nicht Fräulein, danke Herr Professor – facciamo gli spiritosi perché non ci capiamo

non posso fare nulla contro le labbra viola
il riscaldamento, cadavere campeggia
fa freddo di notte

di perla e di altro

il sonno copre i miei occhi con un velo di perle
non aspetto il dormire, ma il sognare

i mei desideri sono in un angolo
quello che scrivo lo vedo poco
mi hai cercato – volevo solo vedere le tue lettere se non posso sentire la tua voce
sei dolce e io indebolisco e non ho piu’ voglia
di tuffarmi in acqua,
perché fará freddo e mi dolgono le giunture
almeno per il combattere
ci vado

poi mi ritiro in una conchiglia
e lascio che mi difenda
la chiudo
quella fessura sottile mi basta
la chiudo

per te di me

lettere importanti. Penso a questo e quello.
dal nulla diventa il nulla.
voglio guadare in una fontana
le gocce enormi della pioggia autunnale dissolvono
le onde circolari

non perdo l’interesse,
sono solo diventata egoista.
lo so che lo sai e tu sai che lo so.
ci penso spesso quando tu esci fuori, vieni e vai
e io non sono con te.
peccato
quando mi dici qualcosa di incredibilmente bello
io lo ignoro e tu ti offendi,
ma non so come reagire…
sono stupita
dalle tue cortesie spontanee o volute

mi sono nascosta,
voglio bagnarmi di pioggia,
voglio lavare la polvere, il sudore
e il fumo dai capelli
e poi saltare nuda
in qualcosa di bianco come la seta
in un tessuto o in una crema,
in qualsiasi cosa
tu lo sai.

domenica 14 ottobre 2007

Cassetti

sono andata via a passi leggeri
i miei cassetti sono pieni
ci ho messo tutto: fili e foglietti
anche cio’ che non mi serve piu’ – ma chi lo sa?
un numero di telefono – di chi sara’? e la terza cifra é un 5 o un 6?
me ne sono andata
poi farai ordine anche tu
quello che non aveva posto da te lo hai messo
attentamente sotto i miei appunti per non farmi sospettare
naturalmente non avrai piu’ posto perché le mie cose sono gia’ nel tuo cassetto
sorrido quando realizzo la cosa

cosí sono presente nella tua testa
e tu nella mia
come nei quadri di Dali’ che proiettano uno nell’altro
e soddisfo un tuo sogno

giovedì 11 ottobre 2007

camera obscura

il vento asciuga le foglie fino a che son croccanti
rosse marroni
sicuramente esisto per qualcuno come energia pura
divento dea
non importa come si secca la mia pelle e le piccole rughe
come un tronco d’albero – oppure non c’è niente lì, mi illudo solo
voglio essere un albero – luogo comune
essere foglia, essere vento
non un essere mediocre, ma qualcosa di unico
essere pozzanghera

poi ho pensato ai sogni
disordinano e riordinano i frantumi della realtá
prismi nella camera oscura
quanti colori
penso ai film in bianco e nero
scene -
una donna giovane e una vecchia stanno sedute sul letto, il vento succhia fuori la tenda dalla finestra
una donna fuma su un binario stringendo un biglietto di andata e ritorno
niente é tanto fatale quanto il parere

sei andata al lavoro

scatti nervosi della lancetta grande dell’ orologio, gira
cerco di stringere ogni numero
é superfluo, vero, cara?
aspetto la nebbia, cosí sparisco parzialmente anch’io
si vedranno solo i miei capelli
e le mie calze rosse, se metto la gonna
avevi ragione ho bisogno del fuoco
i sassi sono freddi
e le gocce sono vuote

ti penso spesso, ho sognato di te
hai viaggiato in autobus e hai guardato il sole all’alba
io ho guardato te
c’era condensa sul finestrino
le gocce sono scivolate giu’
i raggi hanno giocato con le strisce dell’acqua sui tuoi occhi, sui tuoi capelli,
eri bella

martedì 2 ottobre 2007

voglio il coltello

Le mie ciglia sono ami, uncini di attacapanni
e vorrei infilare dei pesci su ogni singola ciglia,
forse tirerebbero giu’ le mie palpebre per il sonno,
ma questo non é il momento della bombola che sbatte gli occhi.
Non dormo stanotte

La tensione si incarna e passa per la casa,
si addensa nel bagno
e io la lascio scorrere giu’ per lo scolo
Una volta ho sognato che mio padre aveva pugnalato una vecchia
e io l’ho segata a pezzi piccoli e l’ho fatta scorrere giu’ dalla vasca
Il sangue fece un gorgo
alla luce internittente del neon
Allora vivevamo ancora insieme,
adesso lui non c’é piu’ e non c’é il coltello

I miei demoni volano su’ e giu’ per la tromba delle scale
Voglio qualcosa che mi permetta di sentirmi forte
Voglio il coltello di mio padre, l’indifferenza di mia madre
Quando sto qui di notte e ho paura

Fuori fa freddo e umido
Dietro alla mia schiena si asciugano i panni neri,
ora cambiano essenza e lo spiffero che li solleva
soffia sul mio collo

Non mi dá fastidio se non ho piu’ cibo in casa
Prendo l’acetone per togliere lo smalto dalle unghie
Mentre la bustina di thé é immersa nell’acqua
e ascolto come il vicino con voce tenera telefona al suo amore
Lui sta sul letto e guarda nel buio
Mi aggrappo all’essere

venerdì 28 settembre 2007

Tra i libri - per il bibliotecario inesistente

Abbiamo guardato i libri tra gli scaffali
prima della chiusura
scena tradizionale - scambio di sguardi
un’ immagine é scivolata per terra
due donnne si abbracciano il bacino
dai piedi alla testa jang e jang
posso tenere la tua mano?

il bibliotecario nel frattempo si perde nei suoi cataloghi
che stress
anche se sa chi era Jomelli
e combatte per la morale
fa cose del genere
fa un passo avanti e due indietro
vive, scrive, ma non parla
legge un po’, ogni tanto
lo osserviamo

adesso dietro la sua schiena mi spingi in quell'angolo buio
lí ci sono solo le riviste slave e la polvere.
Ci si intravede tra gli scaffali
e di nascosto, lascio che le tue dita scivolino nelle mie mutandine e ancora piu’ dentro
mentre mangio il tuo seno
e la mia mano e’ nelle tue cosce e le tue dita fra i miei capelli
occhi chiusi

domenica 23 settembre 2007

cosa cosa

mi hai detto di lasciare stare queste cose, non mi leggevi
ecco vedi non lo sai
che quella lí, l’ho scritta per te
non sei stato attento – non fa nulla –

Io ho 27 anni
non fidarti di una donna che svela la sua etá
se é capace di dire quello é capace di dire tutto

É meglio stare accanto a te, dove posso sognare
e svegliandoci, facciamo gia’ l’amore
il nostro e’ un-corpo selvaggio
tu in me da dietro, pulsiamo
mi mordi la schiena.
tieni il mio corpo
per i capelli
ti tieni la mia criniera e io cavalco sotto di te
sai
fino allo sfinimento

fuori

il mio ginocchio profuma di crema
non ho né luci, né freni
vado troppo veloce,
di nuovo nel mio silenzio,
sarebbe bene arrivare a casa
hanno tagliato l’erba nello stadio

rapidissima attraverso la cittá
vorrei passare con passi invisibili, ma sono in bici
é diverso
altre donne vengono e vanno
make-up, fondotinta e tacchi rumorosi
ridono
cosce e sederi
seni fuori – richiamo sessuale
di sabato sera
profumi
E io da dove sono
e perché sono strana?
anche il mio corpo é strano e mi lascia
indifferente

ri-vivo

Pettegolezzi nel bagno della sala da ballo
noi donne andiamo in coppia a fare pipí
poi tra una grappa e un bitter
si balla
dietro nell’auto, tenendo il vino nei bicchieri di plastica
ci appoggiamo dalla risate e quella che guida, ci prega
di non spruzzare i nostri liquidi
e lasciare stare gli abbracci e le risate lesbici
invidiosa

bere e storie vecchie
e quando il vapore dell’alcool é stato il piu denso per te
io ho tolto le mie scarpe
e tenendo in mano i tacchi - le mie armi -
sono scappata con passi molli come una gatta
e la mia ombra scorre sui muri
con il tuo odore e il tuo profumo, con l’odore del cibo e tuoi altri feromoni
la notte strappa via anche me

Sasso

É diventato molto buio
volevo nascondere il sole sotto la coperta
mettermi vicino come a un gioiello luminoso
per riscaldare la mia pancia

uso la totalitá del mio corpo
altre volte é doloroso esistere
oggi vegetavo solo e mi sono messa a scrivere
non riesco ancora a piangere
mai
cosí cerco altri modi per purificarmi
saró innocente come un sasso

mi hanno detto: se tu ti cerchi in un altro lo trovi e ti perdi
poi hanno detto anche : ti trovi solo nell’altro, guardalo se no ti perdi
non mi interessano gli occhi, il mio sole é sotto la coperta
solo le pieghe sulla piega

dietro le tue palpebre

ti ho guardato negli occhi da vicino
ti ho chiesto di guardare il mio viso, di guardarmi
quelli che si guardano cosí, si innamorano
ti sei nascosto, arrabbiato, dietro il cuscino
e io non riesco a dormire
qualcosa in me stanotte e’ teso e inquieto
le altri parti sono gia’ rilassate

sono contenta di non fare adesso il compleanno
vorrei non avere piu freddo.
che spreco

Cioccolato ciliegia cioccolato

la mia giacca mi ha portato in una pasticceria piena di specchi
per una torta al cioccolato su un piatto col contorno d’oro
sul vetro del tavoletto rotondo rispecchiano
le luci che ballano sul mio viso e l’interna parte della mia mano
guardando dal piatto ognuno é un animale

la mia vita é sempre uno dei sette peccati
adoro la ciliegia nella crema al cioccolato

venerdì 21 settembre 2007

goccia di luce

vorrei versare sul muro un secchio di luce del sole
che oggi ha seccato il bucato sul balcone e
ha riscaldato dentro come la seta

oggi la gente e’ meno aggressiva di altre volte
anche io...
i bambini hanno giocato e riso,
hanno fatto una spiaggia nel centro per aggrapparsi ai ciuffi dell’estate

con il viso della domenica e con i vestiti della domenica abbiamo passeggiato tra le chiese
non mi interessa se esista Dio
abbiamo mangiato junkfood e l’insalata a 470 forint
sono molto leggera...

fiore - come sarebbe

Per Te
Ogni giorno ricevo un fiore, diciamo
perché sei grato, mi aspetti, mi desideri o solo perché esisto
o perché é un bel gesto

e io in cambio, ti penso se non ci sei
e ti immagino tra mie labbra

da tanto tempo

Il silenzio del travaglio ha boccato la continuitá del tempo
Lí nel non-tempo, non-essere e non-dimensione
Avevo la morte dietro le spalle
Ho avuto paura e ho combattuto
Le moire sdentate hanno tessuto il cordone
Volevano essere pure
Dumdudumm dumdudumm
Mi ricordo un po’ – poi non mi ricordo di nulla, é solo sucesso
E mi é rimasto solo il sonno

Non mi interessa la sutura e la cicatrice
Potrei leccarla
Ma c’é silenzio profondo
la musica é finita

al posto della musica una goccia di spazio, due gocce
di acqua di piscina rotolano giu’
spalla seno ventre grembo coscia ginocchio gamba caviglia calcagno terra
spalla scapola schiena sedere coscia piega del ginocchio gamba caviglia calcagno terra
da adesso sono un cavo?

vedere e bere il sogno

descrivere di notte le associazioni piu ose’
non oso
ma ho bisogno di questo salto
per poter sentire che volo?

come PJ
o come SK salta corraggioso nel niente con la forza della fede - per restare intellettuali

sia!
come dalla coccinella cresce un fungo
e sotto sorride la strega col naso di ferro
tenendo in mano il pane col miele di Gretel e il filo della cintura di Hansel
lui trae fuori dalla tasca dei pantaloni l'apriscatole
fidando nella levitazione
e Hansel lo usa, lascia girare la lama, sudando attorno all'orizzonte
per sapere come funziona il mondo sotto la superficie della terra
e se i morti dormano
oppure siano svegli, come il mio angioletto che mi aspetta
tic-tac
perché l'eternitá si puo’ spezzare

guardandosi attorno da una nuvola legggerissima
intanto Gretel e’ salita lungo il filo
e si é stupita dell’altezza che ha raggiunto
da qui si possono sussurare a Gesú Bambino i desideri piu’ nascosti
- potrebbe farlo

ma Peter Pan fa un rumore con il suo flauto
perché tutti gli altri vadano all'inferno
casca un capello nella tua zuppa…
mettiti nel mio carro e WROOOMM ti rapisco
noo.. .. a Bora Bora
champagne a volontá
dal bicchiere all'ombellico

alcuni preferiscono il prete, alcuni sua moglie
a me é piaciuto come lei ha sorriso nel primo banco
I suoi capelli biondi sono bagnati nella polvere fine a che si vede solo nel raggio di sole
(a me piace la moglie ma sappiamo che de gustibus...)
ma lasciamo l'autobus
perche’ lo voglio sul treno
se c’e’ una possibilitá

atterro e smetto

lunedì 17 settembre 2007

se il vento

Come la passione deprimente di un tango dolente,
cosí pesa la notte su una foglia seccata
io sto ancora seduta qui nuda con la finestra aperta
chissá dove mi tirerebbe il vento se fossi fuori e glielo lasciassi fare
mentre mi accarezzo i capelli sul balcone, mentre apro le mie ali
e lascio che le porti via e che indovini i miei desideri
e la melodia che ho sognato e poi me la suoni
senza farne caso
tu dormi o stai sotto casa, spero mi aspetti

palla di vetro

Conservo i segreti dell'estate in una palla di vetro
mettila in una tua tasca e lascia che mi nasconda anch’io lí, come nell'utero
perché a volte l'uomo
non ha fame ma é semplicemente infelice

anche se ha fatto l’amore al sole senza vergognarsi
oppure ha lasciato che i raggi del sole accarezzassero il suo clitoride
come una vergine ha fatto con il getto della doccia…
che goduria, gocciolo
ancora una volta… ancora una volta…

poi rido grata, guardando negli occhi del dio
lui sorride e io godo

/anche perché so che gli piaccio cosí
e lui sa che… omne animal tristem est post coitum/

nascondi anche questo nella palla di vetro

martedì 11 settembre 2007

molto arrabbiata

ti amo
ti amo ti amo
ti amo ti amo ti amo

ti ami
ti ami ti ami
ti ami ti ami ti ami

diventiamo troppo simili

poesia del cappello e sopratutto del vento

ci proviamo dei cappelli - risate di donna
facce e pose
per lo specchio
sei il mio specchio
come mi sta? come sto io?
andrá bene?
bene

ecco vedi, ci nascondo i miei segreti
e il vento lo porta via
lo solleva leggermente
lo fa rotolare
e tu lo prenderesti con un movimento pigro
ma sei lento
e non riesci, sprechi mio tesoro

io poi gioco solo con il vento
il vento e il cappello danzano come innamorati
qualcuno li descrive, qualcuno no
suona invece, come se il vento lo abbracciassee lo circondasse
immagina
suo il cappello, lo penetra e lo tange

poi suona anche la matta – me – che cerca di violentare il cappello
nella sua immobile funzionalitá

ma guarda come mi bacia la fronte e il collo
e mi sconvolge i capelli - voliamo

minne

sento il tuo canto
tu fai divertire la tua donna
di cui virtú e fede ti spingono
a combattere contro
i saraceni e i mori
le disavventure sono la prova
che non solo l'eloquenza
ti rende degno di lei
puoi andare a nord, a sud o in terra santa
amore lontano - grandi parole
ma quando arriva l'alba non si sa piu’ se lui ti dimentica
se ha ancora il tuo fazzoletto
o é ormai diventato solo un sudario

baci

stasera mi lamento perché sono stanca ... no sono felice
... ma qualche volta puo’ servire.
mi é tornato il sorriso vedi?

senti … stasera voglio dei baci
baci veri
labbre umide su labbre umide
no! non voglio mettermi sulle tue gambe, no non cosí
solo baci
no, non un bacino
baci seri
baci che infuocano
qualcosa che scorra su e giu’ per la spina dorsale
esatto
qualcosa che faccia vibrare il collo
e le palpebre
e mentre le mie dita ti accarezzano tra i capelli
tu mi stringi dalla schiena….

pensiamo se veramente siamo innamorati o ci piacerebbe esserlo.

Confessione

per una persona speciale
- spero lo accolga come una carezza

tutto é cominciato come un brano musicale,
diciamo jazz,
quasi in silenzio... dove si respira cautamente
uno scivolio perfetto e il tangere dell'altro
un guardarsi negli occhi profondamente che vuole vedere il desiderio nascosto
attraverso il nero della pupilla
il gioco dei corpi che si stanno conoscendo
all’inizio solo un capriccio come una tempesta
poi la passione incarnata
poi la danza
nero e bianco
destino nel fumo della sigaretta
rossetto bordeaux
vino rosso e sudore
la tua pelle ha un odore caldo e salato
perche’ tu mi desideri... e io mi lascio desiderare
il desidero diventa dolore
e alla fine l'urlo rende liberi