hai messo sassi sul piatto, li ho mangiati
li hai mangiati anche tu
facciamo fatica a muoverci
io nonostante ciò metto i tacchi
mi tingo le labbra
le lacrime dietro il nero degli occhiali
sublimano
raggi laser del sole dopo l'esplosione
la polvere scende nei miei pori
tutto diventa aria alla fine
io sono io, lo sai
non un gran che
94 68 90 157 53 35
valore che scende
mio numero invece
3 6 2 0 8 2 4 5 6 11
cresce
cosí riequilibro me stessa
i tacchi dei miei stivali mandano segnali morse per l'asfalto
cosí passo - cosí respiro
cosí salto via da una macchina
cosí sbatto il piede per terra mentre mormoro "figlio di puttana"
e vado avanti, lascio dondolare i miei fianchi
non guardo chi si gira se passo
non riderai piu di me
uccideró il cucciolo
a volte non capisco piú nulla
ho solo cominciato a sentire la musica
ogni singola battuta entra e esce
sono diventata permeabile
respiro con i suoni e faró l’amore con i suoni
ti tradiró
per te le immagini, per me i ritmi salgono e escono per la spina dorsale
fino che la pressione non diventa insopportabile
non importa non importa
ma non sopporto piú il silenzio
fuggo il mio silenzio
voglio ballare
ballo in compagnia, da sola
ballo da bambini, ballo lascivo
ho ballato l'ultima notte al buio
credevo di non raccontartelo mai
ero nel soggiorno con il ventre nudo
vestita in nero e reggiseno
ero molto bella
non riderai piú di me
il bicchiere della grappa si é rotto
sistema pure i libri
io penseró a te
e alla libreria
martedì 26 febbraio 2008
sui miei numeri e sul bicchiere della grappa
giovedì 21 febbraio 2008
dal basso
non ci sono da nessuna parte
mi immergo nel nulla
né l'acqua né l'aria
mi accarezza tra i ciuffi
ho esiliato il fuoco e levito sopra la terra
non cado
non salto in alto né lontano
non c'é nessuno da guardare, in alto
perché lui si é impallidito da tempo
ora mi mostra la schiena
stará leggendo si perde tra le lettere
e non vede la piccola creatura umana - me
solo qualche malinconica melodia di un film
turba la tensione superficiale del mio silenzio
io come un sasso la osservo dallo sfondo
ho dormito come un quadrangolo
non posso riposarmi
festeggio
lunedì 18 febbraio 2008
volo
sono piena di desiderio
ma ancora non faccio nulla
sono qui nuda
ti penso
ti sento
provo a essere l'aria a contatto con la tua pelle
l'aria che respiri
che senti sulle labbra
voglio accarezzarti come il vento
adesso muovo le mani
lecco le dita le passo per le labbra
fino che non sono lucide dall'umiditá
poi le faccio scendere per il collo
adesso immagino l'aria.. l'aria che bacia il tuo collo e mi porta il tuo profumo
poi faccio scivolare giu le dita
per i seni
sui capezzoli
li bagno e sono duri - immagino la tua lingua che li cerca e li trova poi li bacia
ansimo
e scendo con le mani
alzo le gambe e le appoggio sulla scrivania
con le cosce aperte
oggi mi va di fare tutto lento
gia sono anche quelle labbra, lucide di umiditá
ci infilo un dito e penso che mi stai scoprendo tu
poi lo tolgo e il fluido lo psalmo fuori
voglio bagnare tutta e sentire l'aria sopra come se fosse un tuo soffio
adesso é apertissima
vuole proprio mangiarti e berti
rendila sazia e lasciala baciarti e stringerti
lasciala pulsare attorno a te
muovo le mani
anzi le mie mani si muovono da sé
oggi ti immagino penetrarmi fino in fondo
e ancora di piu
prendo qualche oggetto e ti sogno
I MOMENTI DEL PIACERE
GIOIA
SORRISO
lecco
respiro mi gira la testa
adesso ti desidero piu di prima
se é possibile
tremo pulso sono tesa ho la pelle d'oca
vieni a prendermi!!
ricomincio
ho le gambe in alto... i muscoli tesissimi
tremo e ansimo
sei intensamente qui
é come partorire l'amore
estasi
pipí
mi sono fermata
riposo
tornata al penultimo momento prima di scoppiare
voglio viverti ancora
ti immagino diversamente:
parco viaggiare ridere carezze
giochi innocenti
- continuo
sembri di sorridermi anche tu
voglio vedere i tuoi occhi nel momento in cui godi
CHE GODURIA
TI VOGLIO TI VOGLIO TI VOGLIO TI VOGLIO
ANCORA
ANCORA
sei bellissimo
realtá inesistente
in questi momenti tu sei me
i tuoi passi
Era freddo e caldo
Lí e lá – sono venuta e andata
Non andava bene in nessun modo
I vetri delle finestre hanno fatto rumore al vento
Nevicava e il sole ha toccato le primule
Perché qui a volte gela
A volte gocciola tutto
tutto
anche io gocciolo
al buio
tu dormi o fai quattro passi nel frattempo
mi abbracceresti ma io non te lo lascio fare
ho creato quacosa di bellissimo
lo voglio con le unghia e con i denti
sappi che ormai è troppo tardi
poi penso a Saffo e mi chiedo
perché sto a casa sabato notte
se potrei ballare con delle ragazze
e fare l’amore
voglio cosce e carezze
e vedere pelle liscia
scivolare su pelle liscia
come musica per la spina dorsale
e caccio via il pulsare
l’invito e il richiamo
osservo
strappo
sabato 16 febbraio 2008
in treno
c’era vita nella cittá oggi
vivo
ti ho spiegato quello che hai chiesto e poi abbiamo detto
che la realtá infine é lo stesso
non conta affatto
muri bianchi e forme semplici
piacere
ho taciuto di qualcosa di importante
un’ora e sono a casa
rido, ridete
amo, amatemi
lascia i bambini giocare
con le manine
che ti accarezzino le rughe
il treno va nel buio
e sembra assurda
nel mezzo della pianura
la fermata Pilis
non so dove sono
all’alba sono uscita di casa
le cornacchie sugli alberi hanno scoperto il cielo
e sotto di loro passavo per il biglietto
sul bordo
e sul muro scuro
disegnano una striscia d’oro
un gatto mi osserva
che gli venga un nodo alla gola! da un topo da una spina
dal cibo secco o da qualsiasi cosa
se ognuno ha problemi di stomaco
anche il mio fa male stasera
la camomilla é in acqua calda
la notte sogno un film
o ho paura
come se cercassi di rimanere in equilibrio con dei libri sulle spalle
tutti pieni di parole
te le volevo recitare
forse non importano
si posano
sul mio ventre sul mio fianco come il grasso
spazi probelmatici
sto seduta accanto a te in segreto mentre tu dormi al buio
apro i libri li sfoglio uno dopo l’altro
ti leggo i miei appunti con la punta del dito sul bordo
pallini colorati
ti faccio ridere
voglio bere coca cola
tutti comprano l’abbonamento nello stesso giorno
in fila dietro dell’uomo c’è una ragazza con cui si sono visti tempo fa
gli piace
venerdì 15 febbraio 2008
tra i denti
sento nei muscoli ogni movimento
dei minuti
i denti e le ruote
mandano il tempo uniformemente nella carbonaia
dell’incoscio.
anche questo momento é divisibile
e i confini
sono frustate tra le uova
ho paura e non posso chiederti
di abbracciarmi
giovedì 7 febbraio 2008
per tabula rasa
pulisco e mi decoloro di nuovo i cappelli
voglio pulizia e vedere chiaro
tabula rasa
utopia
i topi hanno masticato i gusci di noce
si sono mangiati dentro il nostro cervello
puzza
non esco
ho idrofobia e non metto la gonna da settimane
impallidisco
ho ballato e nessuno mi ha visto mi sono fatta male alla schiena
mi sono bagnata nella pioggia e non ho sentito quasi nulla dal capuccio
anche gli eschimesi saranno cosí chiusi
nella loro testa
mi basto
non ti voglio piú
il mio corpo resiste sul fuoco lento
sono diventata una crisalide
non toccarmi
mi preparo
lunedì 4 febbraio 2008
immagina
quando l’acqua si é riscaldata
siamo entrate sotto la doccia e
il calore corre sui nostri capelli per il nostro collo
e ci mescoliamo
ci unisce l’acqua
e il vapore ci copre con pudore
lei mi ferma
beviamo il vino e ci addormentiamo tenendoci le mani
(sept 19)
di nuovo
lo immagino cosí per non vedere tutto grigio quando sono gia cadute le foglie
mi piace la nebbia e il vento
e bagnarmi un po’
le foglie coprono il cielo nella pozza
rastrello solo quello che penso
perché tutto mi porta
nella stessa direzione
voglio che passi le tue dita tra i miei ciuffi
fino alla nuca
come se ci fossero aghi nelle punte delle dita
lasciami toccare il tuo fianco
fa male, se non posso
non rifiutarmi ti prego
leccami l’incavo delle ginocchia voglio sentire la tua bocca lí
e sulla schiena la tua mano sopra il mio sedere
e voglio sentire i tuoi denti giù per il ventre
lí dove pulso
e sempre di più non so se aprire o chiudere le cosce
sono da sola
(okt 23)
a una donna
oggi mi é caduto il silenzio e la notte sulle spalle
sono solo una fica che pulsa dal desiderio
e sogno di vivere
oggi vorrei solo sesso
sesso tenero di mille baci
niente ti-prendo-da-dietro-e-poi-dormo
ma carezze come quelle dei gatti
leccate
nei dettagli
voglio sensualità
come leccare lentamente il fianco una donna
dall’ascella alla coscia
non voglio niente di essenziale
mi arrabbio
accavallo le gambe
e non accetto che ci siano i miei liquidi
toccarla adesso sarebbe una ridicola vendetta.
Evviva l’orgoglio e la frustrazione
(júl 10)
azzuro viola verde
ho camminato sul fango gelato e le bottiglie si urtano nella mia borsa
era bello rincasare nel caldo
ho messo la crema sulla mano e improvvisi esplosioni e luci
questo é il fuoco artificiale – come l’anno scorso dalla finestra della cucina
anche ora ma questa volta non facciamo l’amore
e non mettiamo le carte una dopo l’altra
i fiocchi reti di cristallo pesano sul mio petto
mi chiudono in loro e io chiudo gli occhi
poi sogno che su ogni millimetro quadrato della mia pelle
mi penetri il tuo profumo
sai arrossisco a raccontarti quel sogno
perché come una ragazza
che non sa ancora precisamente cosa come e dove
cosí improbabilmente ci siamo amati
e tutto come una foto dei corpi
che si tendono uno verso l’altro e nel frattmepo in giro dentro dentro
per i percorsi dei nervi da su in alto le stelle dei fuochi artificiali brillavano in fila
il piacere era azzurro viola verde e rosa
della tua spallina
i tronchi erano coperti di lampadine
abbiamo inzuppato il bigné in caramello e bevuto vino cotto
al mercato dell’avvento
era rosso e denso – mi sono tagliate la dita con i cocci
nel mio sangue non ci sono ancora chiudi di garofano
ti ho dato le mie lettere
sguadri caldi come il corpo
il freddo é scappato sotto la mia gonna e mi ha fatto il solletico
abbiamo camminato in cittá velocissime
abbiamo sudato nel gelo
avevo la pupilla dilatata e ti ho cercata nel suo nero
lí si é addensato tutta la materia e poi tutto ció che ho ingoiato
vivono nella mia testa
ho raccontato l'inizio del mio amore
bastava il tempo di una sigaretta
e altre due per la mia vita
hai indossato quella sottoveste – un leggero niente
che non copre niente
e quanto eri bella - la tua pelle il pizzo viola e dorato e la spallina
renderai qualcuno felicissimo pensavo
per me é una sciarpa dismessa
perché quanto é difficile salire su per le scale a chiocciola
cara, ti invecchi fino che arrivi lí in alto
non stancarti
guarda le mie rughe