ti voglio ti voglio molto
ti desidero
ti voglio bene ti accarezzo ti bacio
ti faccio il solletico ti faccio le fusa
ti mordo ti bevo ti mangio
ti ascolto ti parlo
ti amo ti odio
ti abbraccio ti sento dentro ti porto con me
ti ho nella mente ti caccio dalla mente ma tu ci torni subito
ti respiro ti lecco ti succhio
ti faccio bene ti faccio male
ti voglio compiacere ti amo ti necessito
ti rido ti sorrido ti saluto ti faccio la colazione
ti sposo ti lascio senza parole
ti tiro il cazzo ti dó la figa ti do me
ti chiedo tutto non chiedendo nulla
domenica 23 marzo 2008
ti ......
sabato 15 marzo 2008
addio
perché sei triste, chiede mia madre
ma io ho solo guardato come i petali
facevano l’amore tra le erbe al sole
la nebbia é salita
ti ho dato tutte le mie danze
mi sono stancata e non mi fa male niente
il tremore é passato
qui dentro c’é fuoco nel camino
mi coccola il mio silenzio
ho sistemato le spezie in cucina
il soffitto si sta asciugndo
profumo di pulizia
hai bevuto tutto dal mio bicchiere
ho bevuto tutto dal tuo bicchiere
ho baciato anche le ultime gocce
non ne voglio più
vai, ti aspettano
giovedì 13 marzo 2008
d'oro
gli stucchi si sono scritti sul mio volto al teatro
la barriera di rame rinfresca il mio mento
appoggiandomi guardo il miracolo laggiù
ero come un candeliere luminoso
la cera é gocciolata sulle calze
funziono
il direttore d’orchestra ha incantato l’ombretto sulle palpebre
splendo
funziono
nella fermata dell’autobus sono cresciuti dei tulipani
il gelato si scioglie lentamente nel caffé
marrone cremoso
il mio corpo risponde incoscientemente ai battiti
nel mantello di velluto della solitudine
passeggio tenace
i bambini nascono
i petali bianchi del pesco germogliano
venerdì 7 marzo 2008
divano
nell’aria svaniscono i suoni delle nostre fatiche
mi sono trasferita dal soggiorno
ho portato i miei sogni, alcuni giochi e le carte
ma perché una donna ha sei paia di stivali?
l’inverno é finito
abbiamo tagliato i rami di ribes
e io ho tagliato i capelli, dritti
oggi ho visto un assassino
sembrava drogato di medicine, come un cane legato
in un giubotto viola
muro azzuro rosso giallo
divano blu
divano marrone
il vecchio divano di Judit
al mio vecchio posto preferito
pensieri dolci-tristi di vino cotto
lí si sono coccolati alla penombra della tv
e ora ho fotografato per lui quella magra bionda
che fumava insicura una sigaretta dopo l’altra
la sabbia non scorre due volte nello stesso modo
al punto strozzato della clessidra
tu credi nella velocitá della luce e nella trappola del tempo
io invece nei paralelli dell’autostrada che si smarriscono all’orrizonte
e vivo lo spazio con i gesti e con le parole
non ho piu paura